Vicenza shock: no a presidi dal sud
Accordo Pdl-Pd: "Posti per i veneti"
Tutti d'accordo. Vicenza boccia senza appello i presidi del sud che da oggi sono "indesiderati" nelle scuole della zona. Così la pensa il consiglio provinciale vicentino, che ha votato, con un accordo bipartisan, una mozione che chiede di non assegnare più posti di dirigente scolastico ai presidi che provengono dal sud. "Non si tratta di razzismo", affermano stizziti da Vicenza, ma di un "riequilibrio" dei posti di lavoro nella scuola.
Secondo Pdl e Pd vicentini, la mozione è una provocazione ideata per sollevare la questione degli squilibri regionali nelle nomine dei dirigenti scolastici. Le regioni del sud (Lazio, Campania, Puglia, Calabria, Basilicata, Sicilia e Sardegna) a partire dal 2004 (anno del concorso per presidi) hanno raccolto un numero di domande per i posti di dirigenti superiori a quelli da ricoprire. Un fatto non previsto e sulla carte vietato, che ha mandato in tilt il sistema, con una serie di ricorsi e di guerre per carte bollate.
Di qui la creazione di interminabili liste d'attesa, che difficilmente saranno mai esaurite. Il primo governo Prodi ha poi consentito la mobilità regionale dei presidi senza cattedra. Così le regioni del nord, che hanno adempiuto alle regole dei concorsi, nominando dirigenti numericamente corrispondenti ai posti da coprire, si sono viste "invadere" da richieste di presidi in cerca di incarico.
Ciò che succede nelle diverse province di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna è presto detto: non appena un posto si libera per un pensionamento o altro, c'è subito chi ne ha diritto a coprirlo. E si tratta, quasi sempre di insegnanti del sud, che attendono da molto tempo l'incarico. Di qui l'indignazione del consiglio provinciale di Vicenza che, in modo inaspettatamente compatto, chiede rispetto per gli aspiranti presidi locali, tenuti fuori dalle liste di attesa.
Fonte:tgcom.mediaset.it